Il lago ghiacciato scricchiolava sotto i suoi piedi, cercò di correre, ma ovunque la superficie si stava diramando.

Eben fece un passo sopra il pezzo di ghiaccio meno segnato, ma non si salvò dal tuffo nell’acqua gelida e tagliente come coltelli. Tutto diventò buio e freddo, qualcosa nell’acqua lo chiamava e si avvicinava. Quasi senza aria si abbandonò al suo destino, chiuse gli occhi mentre scendeva lentamente e un urlo lo risvegliò. Fortunatamente era solo la teiera che fischiava. Il divano era stato il luogo su cui passò la notte di nuovo. Il tè nero , la bevanda sua preferita in assoluto, era pronto. Passandosi le dita tra i lunghi capelli corvini, si massaggiò la testa per un po’ di secondi cercando di capire perché ogni notte facesse sempre lo stesso sogno. Lui da più piccolo, ma come poteva essere che non si ricordasse di quell’avvenimento se non in sogno. Quella voce sibilante che sentiva e l’urlo finale che lo svegliava , due cose di cui non ricorda di aver mai sentito.

Eben è un ragazzo molto misterioso, affascinante e sulle sue, forse per questo tante donne ,anche più mature, gli si approcciano quasi in modo disperato. Amante degli animali e dei libri, passa le sue mattine ad accarezzare il suo coniglio albino e sorseggiare l’amato tè osservando il paesaggio che vede dalla finestrella, cosa che fece anche quella mattina. 

Le musiche e luci di Natale infestavano la cittadina. Eben accendendosi una sigaretta nota dall’altra parte della strada, davanti all’edificio ormai chiuso da mesi, una ragazza piccola e minuta dai lunghi capelli castano ramati, raccolti delicatamente in una treccia. 

Li trasmetteva dolcezza senza nemmeno capire il perché. Fece per avvicinarsi, ma un furgone gli si parcheggiò davanti ed uscirono due tizi bassi e tozzi, stavano trasportando un lungo bancone. Significava che un nuovo negozio o qualsiasi cosa stava per essere aperto.

<<sai dirmi cosa stanno per aprire al di là della strada?>> chiese con voce roca Eben entrando,con la sigaretta tra i denti e il labbro superiore, nella biblioteca dove lavora. Jean fece sbucare la testa da uno degli enormi scaffali e quasi urlando esclamò <<ah sei qui! Sei arrivato prima oggi, ricordati che più tardi viene la preside della scuola elementare per accordarsi riguardo quel progetto con la classe 1B>>, mentre scendeva la scaletta aggiunse << comunque penso apriranno un negozio di animali, non lo so , ma saremo sicuramente invitati al rinfresco>> <<alla fine siamo vicini di casa no? Hahaha>>. Eben si tolse il giaccone e finì la sigaretta mentre sorrideva alla battuta fatta dal collega e amico. Gli piaceva lavorare lì, lo aiutava ad evadere dalla vita e la sera poteva mettersi a leggere quello che più in quel momento lo attirava. “Quella ragazza chissà chi era”. Per tutto il giorno, tra un cliente e l’altro non fece che pensare a quella misteriosa e dolce ragazza dai lunghi e bellissimi capelli.